AD ARTE 2018
Utòpia
“L’utopia è come l’orizzonte: cammino due passi, e si allontana di due passi. Cammino dieci passi, e si allontana di dieci passi. L’orizzonte è irraggiungibile. E allora, a cosa serve l’utopia? A questo:serve per continuare a camminare.“ Eduardo Hughes Galeano.
Il nostro Ad Arte compirà 5 anni , con questa nuova edizione , e possiamo senza ombra di dubbio dire che ,in così poco tempo , abbia camminato molto speditamente, e che ne abbia fatta di strada contro corrente per raggiungere l’orizzonte verso il quale aveva puntato. E’ per questo motivo che abbiamo deciso quest’anno di assegnargli il nome -come ormai tradizione vuole- di Utòpia.
Se è vero infatti che l’Utòpia è come un orizzonte che si sposta continuamente sempre un po’ più in là e che la sua funzione è quella di spronare a camminare, noi possiamo dire di non esserci risparmiati in tal senso , perseguendo dalla prima edizione ,con tenacia , forza e creatività , l’obiettivo di trasformare Calcata – “altrove” inespugnabile, isola di tufo che emerge dal mare verde del suo parco – per tutta la durata del festival,in una roccaforte del teatro e del cinema emergente e indipendente e più in generale di tutta l’arte performativa “Made in Italy”.
Siamo riusciti a raggiungere la nostra meta ? Non lo sappiamo . Sicuramente, se ci siamo almeno avvicinati , lo abbiamo fatto con tutte le difficoltà ,le incertezze e le imprecisioni di chi si avventura,spinto non dalla sicurezza di raggiungere l’obiettivo, ma dal desiderio – che appartiene tutti coloro che migrano – di uscire da confini angusti e non più tollerabili.
Sappiamo per certo che 5 anni fa abbiamo avuto il coraggio di metterci in cammino e nonostante tutte le bussole e le “previsioni scientifiche e cultural-metereologiche” dicessero che non fosse quello il momento giusto e che soprattutto non fosse- quella da noi individuata- la giusta rotta.
Si parla oggi di utopia sempre nella sua accezione negativa di progetto che non può avere attuazione.
E’ un ‘utopia pensare che si debba ,anche con piccole iniziative come la nostra, “sovvertire” il sistema culturale nostrano che non offre il minimo spazio e il minimo sostegno necessari a chi continua ostinatamente a difendere la propria libertà espressiva contro l’omologazione del mercato main stream , di proprietà ormai di pochi eletti ?
E’ un’utopia offrire ,di contro, un nostro spazio a film emergenti e indipendent “Made in Italy” perchè non finiscano per morire ,ancor prima di esser visti (nelle poche sale che li ospitano), assecondando la logica distributiva consumistica dell” “usa e getta”, che non da’ nemmeno il tempo ad un film di uscire (quando esce)e magari di resistere nelle sale,mediante il passa parola, perchè subito si deve lasciar spazio al successivo ,quasi sempre più grande e più importante ?
Un’utopia dar spazio a spettacoli di altissima qualità , che il sistema teatrale tiene forzatamente ai margini e che le distribuzioni che puntano quasi sempre sul già noto ,non prendono nemmeno lontanamente in considerazione?
E’ un’ utopia aver iniziato dal voler dare spazio ai talenti nostrani -di cui è stracolma la penisola -senza per questo voler chiudersi in un campanilismo autoreferenziale – invece di cedere all’esterofilia di comodo o di moda ,tanto dilagante ? E’ un’ utopia che il talento creativo e il “merito paziente” debbano avere il proprio giusto riconoscimento , anche in un paese tanto immeritocratico come il nostro? E’ un’utopia pensare che il nostro pubblico ci segua e continuerà a farlo per l’offerta artistico-qualitativa piuttosto che per i nomi presenti in uno spettacolo o in un film ? E’ un’utopia pensare di continuare a coltivare , durante i giorni del festival, uno spazio di libertà intellettuale- tramite le nostre conferenze “EretikaMente” , che hanno ospitato personalità,di varia provenienza,a dibattere sui più diversi argomenti,fuori dagli schemi del pensiero egemone ?
Se a tutte queste domande si rispondesse : “Sì, tutto molto bello, ma è un’utopia…”, noi dal canto nostro siamo invece orgogliosi di poter rivendicare il fatto di aver dato e di continuare a dare il nostro personale contributo nella realizzazione concreta di tutte queste “utopie” e di affermare che è proprio mirando a questi orizzonti -che si allontanano ad ogni passo che facciamo- che decidemmo nel 2014 di metterci in cammino per tentare una nostra personale e quanto mai irregolare traiettoria verso un altrove possibile,anche nella nostra conservatricissima Italia.
E’ per questi motivi che dedichiamo questa V edizione a tutti i “navigatori” del teatro e del cinema made in Italy -a tutti quegli artisti e operatori culturali che hanno creduto nel nostro progetto e che ci hanno sostenuti in questi anni- che nonostante la burrasca ormai permanente nel mare nostrum , con sacrificio e passione e inesauribile creatività ,continuano a fronteggiare le onde,il sale e il vento,la sabbia e la pioggia e a sfidare,con le loro piccole e agili barche,i limiti dell’omologazione culturale e dell’indifferenza dei “nostri Ammiragli” che se ne rimangono sempre più spesso sulla terra ferma, indifferenti, a guardare…